L’incubo delle vacanze in barca e un piatto che rivaluta tutta la situazione: FETTUCCE INTEGRALI FRIARELLI, MOZZARELLA e PANE.
Io non sono tipa da barca. Non che non mi piaccia l’idea di solcare i mari, anzi, ho sempre sperato che un ricco imprenditore mi portasse a fare il giro del mondo sul suo panfilo. O di conoscere l’uomo della mia vita sulla Love Boat e farci sposare, dopo una sola settimana di navigazione, dall’impareggiabile Capitano Stubing.
Ma qui stiamo parlando di barca. Cioè piccola imbarcazione galleggiante in cui si sopravvive una settimana su pochi metri, per giunta poco stabili, e si condividono centimetri di simil bagno con perfetti estranei o peggio ancora con amici.
È vero che molti vivono in spazi risicati, con un estraneo che usurpa il loro bagno, ma quello si chiama matrimonio.
Premesso ciò, un’estate mi trovo a dare di stomaco su 15 metri galleggianti, con 10 amici o quasi e 1 skipper sconosciuto, tale Ivan o Ivano. O forse Valerio (bo? Ho completamente rimosso. Strano…).
Un omone bruciato dal sole, con un’età variabile tra i 48 e i 107 anni, loquace come un pesce rosso nato muto, simpatico come Bonolis quando insulta i concorrenti convinto di essere divertente.
Il nostro amico, comunicava con noi a gesti, grugniti, suoni non ben identificati, spesso con sinistre urla. Per poi parlare un gentile e fluente idioma italico degno dell’Accademia della Crusca, al cellulare, con la donnainogniporto di turno.
Diciamo che noi non gli piacevamo affatto e la cosa era assolutamente reciproca.
Soprattutto non gli piaceva come tenevamo le cucce, il simil bagno, il cucinotto delle bambole, quello che cucinavamo e il come. Ma probabilmente neanche i nostri nomi, i colori dei capelli, i costumi indossati e, in generale, tutte le nostre scelte di vita.
Mentre capitan Uncino ci portava ad un sicuro ammutinamento, l’equipaggio non era da meno. Tra coppie che scoppiavano e si riformavano che neanche al Grande Fratello, prime donne con bisogno di affermazione personale, donne/uomini in carriera nutriti a surgelati scopertisi d’improvviso stelle Michelin, maschi in piena crisi d’identità sessuale.
E poi c’ero io, che stavo male. E rimpiangevo la vacanza fatta da 11enne a Riccione…
Skippy, stanco di noi, ma soprattutto degli, per lui salutista, amari bocconi che era costretto ad ingoiare per colpa della nostra insana cucina, piuttosto che buttarsi in mare e lasciarsi mangiare dagli squali, si tuffa sui fornelletti e prende l’iniziativa di prepararci la cena.
Più a se stesso che a noi…
E sarà che non sprizzavo salute da tutti i pori, tanto da rimpiangere risciò e balere romagnole, sarà che ero, come tutti, terrorizzata da Skippy, e mai avrei messo in discussione le sue scelte culinarie, ma quelle FETTUCCE INTEGRALI FRIARELLI, MOZZARELLA e PANE sono state la cosa più buona di tutta la vacanza.
Se volete riprodurre la magica atmosfera vacanziera da me vissuta, partendo dalla ricetta di Skippy, questo il procedimento per 4 persone.
Procuratevi 300gr. di friarelli/friggiteli (che non sono i friarielli, sia chiaro…) o come li chiamano dalle mie parti, peperoncini di fiume.
Lavateli bene asciugateli, privateli del picciolo e metteteli in padella con 1 filo di olio e 1 pizzico di sale. Lasciateli appassire coperti con un coperchio.
Tritate del pane raffermo o usate 60gr. di pane già grattugiato e mettetelo in una padellina con 1 cucchiaio di olio e fatelo diventare croccante.
Cuocete la pasta (io ho usato le FETTUCCE INTEGRALI) e una volta pronta e scolata versatela nella padella con i friarelli.
Aggiungete 20gr. di pecorino grattugiato e 20gr. di parmigiano grattugiato, la metà del pane grattugiato croccante, pepe e foglie di basilico. Mantecate tutto velocemente (se c’è bisogno aggiungete acqua di cottura della pasta). Aggiungete 150gr. di cubetti di mozzarella sgocciolata e fate sciogliere a fuoco spento.
Servite ai vostri ospiti le mitiche FETTUCCE INTEGRALI FRIARELLI, MOZZARELLA e PANE, spolverizzando ogni piatto con il pane croccante avanzato. E tanto basilico.
Ogni tanto, quando la disperazione è forte, mi somministro un piatto di questa ricetta, anche per ricordare a me stessa che prima di mettere di nuovo piede su una barca, aspetterò l’arrivo di un giovane e bel Briatore, pronto a fare di me la sua anziana Gregoraci, veleggiando insieme su uno yacht che dovrà essere come minimo di 80 metri.
Davvero invitante… proverò, del resto, ho imparato a mie spese, i vecchi lupi di mare più sono “truzzi” più ci sanno fare in cucina+
Hai ragione! e non solo in cucina… 😛