Whoopie pies tonde
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La lettera che non ti ho scritto (tanto non avresti risposto), e tanti WHOOPIE PIES

Il fascino antico delle lettere di una volta e i WHOOPIE PIES a cuore per il San Valentino di oggi.

Whoopie pies in mano

Era bello quando si scrivevano le lettere. Quando da preadolescente correvi in cartoleria e chiedevi di vedere buste e carte colorate, le novità arrivate, gli adesivi da appiccicarci sopra e poi finivi sempre per comprare il kit da piccola scrivana con le Holly Hobbie.

Negli anni ’80 erano un regalo must have, tanto che non facevi in tempo a finire l’inevitabile cofanetto da 30 pezzi ricevuto a Natale, che te ne arrivava un altro blocco per il compleanno. Spesso con quell’insopportabile puzza che ti spacciavano per profumo di frutta varia. E anche un po’ avariata.

Impegnarsi nel confezionamento di una lettera aveva quel non so che di mistico, di poetico, di romantico. Dovevi proprio volerlo. Anche perché non avevi molte altre alternative per tenere in piedi contatti lontani ed estemporanei.

C’erano gli amici conosciuti durante le vacanze estive, ai quali scrivevi forsennatamente tutto il mese di settembre come se non ci fosse un domani. E infatti non c’era. Ad ottobre non ti ricordavi neanche che facce avessero questi grandi pennamici da mare.

E tra le lettere estive, quelle dell’amico speciale conosciuto al Bagno 26 di Rimini. Quello di Bassano del Grappa che di te alla fine si ricordava solo che eri del sud perché doveva scrivere l’indirizzo sulla busta. Ma non aveva la più pallida idea di dove fossi e dove quella lettera sarebbe mai arrivata. E infatti poi non arrivava più.

Poi c’erano i penfriends quelli che potevi anche non conoscere mai, ma che ti servivano per migliorare l’inglese. E che magari abitavano in una landa isolata della Scozia con 1 abitante per km quadrato, mentre da te perfino l’ascensore era sovrappopolato.
Cose in comune 0. E alla fine anche queste comunicazioni si interrompevano.

Perché il bello delle lettere è che erano a tempo, ad un certo punto era inevitabile che si smettesse di scrivere, che non si sapesse più cosa dire, che queste amicizie cartacee, nate per caso e coltivate per poco, finissero senza neanche un addio.

Praticamente come le mie storie di oggi…

Però rimaneva quel pathos, quell’emozione, quell’attesa. Il guardare disperatamente nella cassetta della posta e sperare di trovare la sua lettera, chiedere continuamente a tuo padre, addetto al ritiro della posta mattutina, se avesse trovato qualcosa che non fossero le bollette o la pubblicità del Reader’s Digest, che ti proponeva 1000 libri a 3.000 lire.

Poi era bello leggere frasi con calligrafie incomprensibili e non capire parole fondamentali – magari contenenti promesse di amore eterno – e chiedere a tutti un parere a riguardo. Ma che sarà ‘sta parola: Accidia, accade, accetta, acciaio? E’ chiaro che sono zitella a causa di una cattiva interpretazione del testo…

Insomma le lettere avevano quel loro inevitabile fascino che oggi è difficile riscontrare su WhatsApp. Certo l’attesa resta, il T9 che ti fa sbagliare anche e al posto della cassetta della posta da fissare ora c’è il suo profilo, nella speranza di un ultimo accesso, di un cenno di vita online. Ma vuoi mettere una bella lettera, in cui ti diceva che era finita e non voleva mai più vederti per il resto della sua vita? Quanta poesia persa…

Ma non ci pensiamo, scordiamoci il passato e concentriamoci sul presente. Anzi, meglio di no… Concentriamoci sul cibo!

Whoopie pies

Io mi faccio quei due WHOOPIE PIES a cuore per ingrassare in solitudine a San Valentino. 

Come prima cosa, scaldate 200ml. di latte e scioglieteci dentro 1 cucchiaio di caffè solubile e 1 cucchiaino di miele e lasciate raffreddare.

Prendete una ciotola e con la frusta elettrica lavorate a crema 125gr. di burro morbido con 120gr. di zucchero di canna. Aggiungete 1 uovo e 1 pizzico di vaniglia in polvere.

In altra ciotola, mescolate 220gr. di farina 00 setacciata con 50gr. di cacao amaro1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaino di lievito per dolci.

Usando sempre la frusta, unite alla crema di burro il composto di farina alternandolo a quello di latte e ottenete un impasto liscio. Vi verrà fuori una sorta di mousse al cioccolato.

Whoopie pies impasto

Aiutandovi con un porzionatore per gelato, riempite degli stampi a forma di cuore (imburrati e infarinati con il cacao) e poi infornate a 200°C per circa 10/15 minuti.

Whoopie pies impasto da cuocere

Una volta pronte e fredde, potete accoppiarli tra loro le vostre tortine, mettendoci in mezzo una crema al formaggio, oppure fate come me e farcite con panna montata e zuccherata.

Whoopie pies con panna

A questo punto potete decorare le WHOOPIE PIES con zuccherini vari e cospargerle di zucchero a velo.

Whoopie pies con zuccherini

Se odiate San Valentino, i cuori e gli zuccherini, ma amate le WHOOPIE PIES, potete sempre optare per la versione originale, quella rotonda.

Vi basterà disporre, su una teglia con carta forno e ad una certa distanza tra loro, delle cucchiaiate di impasto (senza appiattirle).

Whoopie pies impasto rotondo

Fate cuocere a 200°C per circa 10/15 minuti.

Quando saranno cotte e ben raffreddate, procedete con la farcitura delle vostre WHOOPIE PIES tradizionali. Perfette anche con il gelato!

0 thoughts on “La lettera che non ti ho scritto (tanto non avresti risposto), e tanti WHOOPIE PIES

  1. Questi son golosi, anche per chi non ama i dolci come me. Le lettere invece hanno un sapore romantico e un profumo di biscotti, ma almeno il vantaggio di poter smettere con più facilità. Online sei sempre online, ovvero ti trovano anche quando non ne hai voglia.