Crema di zucca e cannellini dall'alto
- Zucca, Zuppe

Cioè ti sei ridotta a mangiare una CREMA DI ZUCCA CON CANNELLINI?! Wow che triste…

La CREMA DI ZUCCA CON CANNELLINI era un piatto che durante la mia adolescenza non poteva mai mancare. Insieme alla rivista per eccellenza degli adolescenti degli anni ’80: Cioè.

Crema di zucca con cannellini

L’appiccicosa rivista per teen agers con le spalline e i jeans ascellari, Cioè, aveva 4 punti di forza:

  1.  la mitica copertina adesiva carica di stickers dei tuoi cantanti/attori/personaggi tv che più amavi, che potevi staccare e attaccare sul tuo diario, sul banco, sul quaderno, nel bagno della scuola, sul frigo, su tua nonna. Praticamente valeva tutto il costo della rivista. Insomma, wow che figata da pazzi che era!
  2. I poster contenuti all’interno della rivista rappresentanti i suddetti cantanti/attori/personaggi tv che più amavi. Li staccavi dal centro della rivista, stando attenta a non compromettere per sempre l’uso delle leggiadre spillette che tenevano insieme quel popò di contenuti culturali – che poi ti si spaginava tutto ed erano guai – e potevi attaccarteli anche quelli un po’ dove ti pareva. Nel mio caso ho passato l’adolescenza vegliata dagli imberbi volti di Claudio Baglioni e Morten Harket (mia passioncella norvegese di cui ho già avuto modo di parlare in un vecchio post), che ai lati del mio lettino si stagliavano come puttini di carta appiccicati alle ante dell’armadio (c’è ancora il segno dello scotch…). Tutt’oggi, tali cimeli vengono gelosamente custoditi, chissà dove… E comunque, wow che super pure ‘sta cosa!
  3. La famosa Posta di Cioè. Che forse si chiamava la Posta del Cuore di Cioè o qualcosa del genere, ma tanto il cuore era l’ultimo organo interessato alle surreali pruriginose domande poste alla Posta. Infatti ben più vitali organi venivano ampiamente coinvolti e trattati tra quelle storiche righe che hanno segnato l’educazione sessuale di molti 40enni di oggi. E si vede. Però ragazzi, wow che ganza quella Posta!
  4. E infine, il pezzo di punta di casa Cioè: il fotoromanzo! Il fotoromanzo di Cioè si collocava anche esso al centro di tale rivista, quindi più o meno in zona poster, se la memoria non mi inganna, e si svolgeva in sostanza come una telenovela argentina, ma con espressioni facciali ancora più impenetrabili. La trama era a grosse linee sempre la stessa: Lui bello, Lei bella, L’Altra stronza e ricca. Neanche a dirlo Lui, d’animo nobile, sensibile e carico di umanità, sta con quella stronza ma ricca. Lui entra in un bar e a prendere la comanda giunge proprio Lei, bellezza anni ’80/90 con capelli frisè ed enormi orecchini a cerchio in pura plastica fucsia e Lui decide che deve essere sua e Lei ovviamente si innamora già al quarto fotogramma. Lei è buona, brava, gentile, educata e povera, tutte caratteristiche che si sa gli uomini cercano in una donna. E infatti Lui vuole stare con Lei per le suddette, non per come riempie i jeans ascellari. Però purtroppo c’è L’altra che lo tiene in pugno, minacciando di rivelare qualche suo scottante segreto, tipo che gli puzzano i piedi nei giorni di luna piena. Quindi Lui finge di non voler star con Lei, che è così disperata da trovare subito un Altro Lui. Ovviamente L’Altro Lui fa di tutto perché Lui e Lei non stiano insieme, aiutato dalla complicità della perfida L’Altra. Così tra cattiverie gratuite de L’Altra e de L’Altro, pianti di Lei mentre serve ai tavoli, indecisioni di Lui mentre si rotola nel letto con L’Altra, si giunge all’inevitabile trionfo del vero amore. E la profondità del sentimento è ben evidente nella foto finale che ritrae le facce di Lui&Lei che si guardano con languida inespressività.

Dopo letture del genere, affrontate nel periodo più infame nella storia della crescita di un essere umano, non era plausibile pensare di poter venir su donnine sane ed equilibrate. Proprio no.

Era inevitabile crescere convinte che Il Pricipe Azzurro conosciuto in un bar, che dà segni di vita solo quando gli pare, che sparisce per mesi e poi ritorna e poi se ne va di nuovo, senza spiegazioni ovviamente, lo fa perché pazzamente innamorato di noi, ma costretto da forze superiori e malvagie (di solito una moglie…) a non poter coronare tale grande idillio.

Però, che dire, ammazza che bello il fotoromanzo di Cioè, wow che superfigata incredibile che era. Ci ha rovinate tutte, ma un po’ mi manca.

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Mi consolerò con qualcosa che mi farà sentire ancora la vibrante adolescente di un tempo: CREMA DI ZUCCA CON CANNELLINI.
Wow, che sballo inaudito…

Se vuoi sballarti con me, taglia a cubetti la polpa di 500gr. di zucca ben pulita.

In una pentola fai soffriggere dello scalogno e del peperoncino con un po’ d’olio, unisci la zucca e rosola per qualche minuto regolando di sale e aromatizzando con del rosmarino.

Aggiungi 1 mestolo di brodo caldo e lascia cuocere per circa 20 minuti a fiamma bassa, fino a quando la zucca non è ben cotta, poi con un mixer ad immersione passa la zucca fino ad ottenere una crema liscia e omogenea.

Versa nella crema 250gr. di fagioli cannellini già cotti e fai cuocere insieme per 5 minuti, senza far asciugare troppo. Servi caldo, con un filo d’olio e crostini.

Cioè, che buona ‘sta CREMA DI ZUCCA CON CANNELLINI.

0 thoughts on “Cioè ti sei ridotta a mangiare una CREMA DI ZUCCA CON CANNELLINI?! Wow che triste…

  1. Oddio… come darti torto? Tutto giustissimo e dolorosamente vero. Però io cioè lo amavo sopratutto per gli inutili gadget di plastica solitamente rosa glitterati, come inutili pettini, portachiavi a forma di ciuccio, orecchini osceni 😂. Ma davvero Claudio Baglioni?? 😯 io propendo più per un acerbo Eros Ramazzotti 😁

    1. Si, non potevo farci niente, a me Claudio faceva impazzire. Sono sempre stata vintage nei gusti, anche in tempi non sospetti… E concordo con i gadget, erano uno spettacolo di inutilità. Qualcuno di quelli si aggira ancora nei cassetti di casa di mia madre. Che tempi!

      1. Io non mi ricordo dei fotoromanzi però. Avevo scoperto che in un giornale tedesco (Bravo) c’erano dei mega poster, così sono arrivata a non avere più uno spazio bianco in tutta la camera. Le mie amiche mi invidiavano quella “meraviglia” e devo ringraziare mia mamma per avermi lasciato quella libertà.

  2. La posta di Cioè me la ricordo benissimo. Il tenore delle lettere era: “Ho conosciuto un ragazzo in discoteca e ci siamo baciati. Sono rimasta incinta?” ahahahahah
    Ricordo che l’insegnante di inglese, Suor Elena, ce lo leggeva in classe… sarà per questo che la mia conoscenza della lingua anglosassone è decisamente insufficiente?
    P.S. Avete letto bene, Suor Elena!