Sei forte papà! Ma anche i miei MUFFIN AL CAFFÈ con tanto di baffi non sono male!
Il titolo di questo post va rigorosamente letto cantando, essendo una chiara (?) citazione della mitica canzone di Gianni Morandi “Sei forte papà“, della quale possiedo il 45 giri e ne vado pure fiera.
Per chi nel ’76, data di uscita dell’immortale testo, non c’era o preferiva non esserci, ecco cosa vi siete persi:
Anche perché così, a memoria, non è che mi ricordi che ai padri siano mai state dedicate molte canzoni o poesie simpatiche, sono tutte di una tristezza infinita. Almeno Gianni cercava di dargli un’impronta naturalista, ambientalista, animalista.
Invece i padri dell’iconografia classica sono strettamente associati alla sofferenza: abbandonavano mogli e figli per andare in guerra, a cercare lavoro, fortuna, soldi e se capitava, anche altre mogli e figli. Così, spesso, non li si vedeva mai più tornare e allora tutti a scrivere poesie drammatiche su quel padre che non fece mai più ritorno. E noi lì che dovevamo pure imparare a memoria queste tristezze inenarrabili da declamare ad alta voce davanti a tutta la classe senza neanche capirne il senso, ma lasciandoci comunque con quel certo magone dentro.
Poi cresci e cominci a capire un altro tipo di iconografia, quella pubblicitaria, dove il padre è sempre rappresentato bello, con mascella volitiva, pazzo della moglie e che stravede per i figli. Ma essendo un uomo in carriera è costretto comunque ad abbandonare tutta la baracca di 4 piani per volare, giacca, cravatta e aereo aziendale, verso un improbabile meeting.
Ma soprattutto un vero padre, in quanto rappresentazione di un vero uomo, per la pubblicità fa tre cose:
- si rade (quello di un volta solo la faccia…) e quindi usa il dopobarba
- beve alcolici di marche pregiate, mai da solo ma sempre con altri padri belli e sempre in maniera assolutamente responsabile
- solo lui può gustare un caffè. Perché solo un uomo vero può bere quella bevanda nera, forte e bollente.
Così per anni i nostri padri, alla festa del papà hanno collezionato puzzolentissimi dopo barba, bottiglie di ogni tipo di alcolico – dalla gran riserva speciale al Tavernello – e quantità industriali di cioccolatini al caffè che avrebbero potuto tenere svegli interi allevamenti di ghiri.
Accanto a questi tre regali tipici della nostra infanzia da figli, compariva anche l’immancabile cravatta, di solito di un colore assurdo o con disegni improponibili perfino a carnevale, che spesso sceglievamo per i padri con l’aiuto delle madri.
Dall’espressione del padre nell’aprire il pacco e constatare il contenuto e dal ghigno della madre davanti all’inevitabile delusione paterna, avremmo chiaramente già dovuto intuire il rapporto che intercorreva tra quei due.
Comunque, io mi concentrerei su quell’insana passione dei padri per la bevanda scura, che solo un vero uomo può buttare giù senza timore di morte: il caffè. Quella che secondo il marketing è dedicata rigorosamente a lui. Guai a regalare a tua madre anche solo un chicco di caffè al cioccolato, rischi di turbare per sempre gli equilibri familiari.
Così per rimanere in tema e rispettare i diktat del consumismo, vi presento i miei MUFFIN AL CAFFÈ.
Per prepararli da brave donnine di casa, in una ciotola mescolate tutti gli ingredienti secchi: 170gr. di farina, 2 cucchiaini di lievito per dolci, 100gr. di zucchero di canna.
In un’altra ciotola unite tutti gli ingredienti liquidi e mescolate: 30ml. di olio di semi, 1 bicchiere di latte caldo con dentro 1 tazzina di caffè, 1 uovo. Unite i due composti e mescolate velocemente.
Con un cucchiaio dosa gelato, riempite dei pirottini da muffin con metà del composto, procuratevi 1 tavoletta di cioccolato al caffè o dei cioccolatini (tenuti in freezer) e aggiungete al centro di ognuno 1 quadratino di cioccolato o 1 cioccolatino e ricoprite con altro impasto.
Cuocete in forno caldo a 180° per circa 20 minuti, fate sempre la prova stecchino.
Mio padre faceva l’anticonformista, allora O: non si radeva, anzi negli anni si è fatto crescere delle barbe improponibili, pizzetti da capra e l’immancabile baffo staliniano (perfettamente uguale)… Mi sa che glieli devo fare, due muffin baffuti!
E si, sono perfetti per un ex hipster come lui allora!
Esatto! 😀
Per me va benissimo, a me la bevanda nera forte e bollente effettivamente non piace… potrei pensarci (a preparare i muffin per la festa del papà, intendo) 🙂
Fammi sapere il risultato!
Se riesco a mettermici, sicuramente! 🙂
Che bella idea, bacioni cara, <3
Anche a te!
<3