Il ricordo di una lunga estate calda dei miei 13 anni e un’insalata con cipolle di Tropea finita nei muffin: MUFFIN CON INSALATA GRECA.
L’estate dei miei 13 anni fu un po’ diversa dal solito, la trascorsi interamente nella casa al mare degli zii, per la prima volta senza genitori al seguito.
Una piccola casa tutta bianca in un villaggio tutto bianco a picco su un mare azzurro, tipico di un sud selvaggio e incontaminato, che per tutto agosto mi ospitò come premio per la brillante conclusione delle scuole medie.
A separarci da quell’acqua, che si palesava da tutte le finestre della casa, c’era una grande scalinata di legno, inerpicata tra le rocce, con i suoi 123 gradini verso il paradiso.
Adiacente alla spiaggia del bianco villaggio c’era un’altra spiaggetta, molto più piccola e molto meno brulla, circondata da una ricca vegetazione.
Quel piccolo lembo di terra era per pochi eletti, per la precisione per gli abitanti della maestosa villa che si trovava poco più su. Che poi non era neanche così maestosa, ma ai miei occhi di ingenua preadolescente sembrava un enorme castello.
Era una graziosa villetta stile Liberty con un ampio patio circondato da ulivi. Tutto quello che si riusciva a vedere dall’esterno era un patio con le maioliche antiche a disegni geometrici blu, un grande tavolo di marmo circondato da sedie in ferro e delle poltrone di paglia, posizionate in un angolo fresco, che mi immaginavo perfette per leggere o dormire nei pigri e caldi pomeriggi estivi.
Ma io, in quell’agosto, su tutte quelle sedie non ci ho mai visto seduto nessuno.
L’unico essere vivente avvistato in quella villa era la misteriosa dama in blu.
Ormai era da qualche anno, raccontavano, che rigorosamente ad agosto, si spalancavano le imposte della villa e si vedeva il suo sinuoso profilo dirigersi con passo sicuro dal patio ai (pochi) gradini che separavano la villa dalla spiaggia. La donna misteriosa indossava sempre un ampio cappello di paglia a falda larga e un costume intero blu.
La misteriosa dama in blu non si soffermava né sulla spiaggia, né sul patio.
Compiva sempre gli stessi gesti: apriva le imposte, abbandonava su una delle tante sedie l’accappatoio bianco, scendeva i gradini, abbandonava sulla sabbia il capello di paglia, avanzava verso l’acqua del medesimo colore del suo costume, e senza indugio si tuffava. Si dirigeva con vigorose bracciate verso il mare aperto e poi ritornava a riva, usciva dall’acqua e rifaceva il percorso inverso, fino alla sedia con l’accappatoio che indossava subito, scrollandosi l’acqua dai lunghi capelli e rientrava in casa, richiudendo dietro di sé le imposte.
Il tutto durava al massimo 30 minuti, non c’erano indugi, tentennamenti, pause, nulla. Tutto avveniva come se un cronometro immaginario le stesse tenendo il tempo e lei si impegnasse ogni volta a batterlo, quel tempo. E per tutto il mese di agosto lei ripeteva quel rituale, sparendo poi dietro le imposte, come inghiottita dalla villa.
Di lei non si sapeva molto, si diceva abitasse al nord e avesse ereditato la villa dei nonni paterni ai quali era molto legata. Si diceva che una volta quella villa era piena di gente, di rumori, di vita. E ora era rimasta solo lei a darle un po’ di quella vita, un mese all’anno, aprendo le imposte.
Fino a quando le imposte smettevano di essere aperte, il che voleva dire che la dama in blu era andata vita e con lei l’estate. Agosto era giunto quasi al termine e a breve avremmo tutti ripreso la vita solita: io verso un nuovo percorso scolastico, lei verso la sua esistenza misteriosa.
Ero terribilmente affascinata da quella figura, mi immaginavo la sua vita, i suoi amori, la sua solitudine. E la legai per sempre a quel ricordo di vacanza dagli zii e ai miei 13 anni.
Come legai l’insalata greca, con cipolle rosse di Tropea, che mia zia mi faceva al ritorno dal mare. Un meritato premio per tutte quelle scale che ci separavano dalla piccola casa bianca e dal cibo.
E io ripropongo quel godurioso quanto semplice piatto, quell’estate, i miei 13 anni e il miraggio della dama in blu, in 12 buonissimi MUFFIN CON INSALATA GRECA (senza il povero cetriolo…).
Mescolate, in una ciotola, prima gli ingredienti secchi: 200gr. di farina, 1 bustina di lievito istantaneo per torte salate e 50gr. di formaggio grattugiato.
In un’altra ciotola, mescolate quelli liquidi: 2 uova, 1 vasetto di yogurt bianco al naturale, 100ml. di olio di semi.
Versate gli ingredienti secchi in quelli liquidi e aggiungete 50gr. di olive nere democciolate e sminuzzate, mezza cipolla rossa di Tropea affettata sottile, 50gr. di feta sbriciolata.
Versate l’impasto nei pirottini e mettete al centro di ogni muffin un pomodorino. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti.
Stra-gnammete <3
Questa la faccio per cena, ho tutti gli ingredienti in frigo – come dire, miracolo! – 🙂
Le storie sulle dame in blu misteriose affascinano il tuo bradipo.
Bacio
Sid
Provali e fammi sapere!! Baci
😀
La storia e’ troppo bella Ali e la ricetta e’ da fare, che buoni, bacioni, <3
Grazie, sei sempre adorabile! Baci
Anche tu, <3
Sarebbero piaciuti anche alla misteriosa dama in blu che dopo la nuotata tornava in casa a pulire, spolverare e risistemare la villa restata chiusa per un anno…
Certo però che anche qui in Sardegna è piendo di ville enormi, bellissime eppure in disuso, abbandonate al trascorrere del tempo.
Monumenti al benessere che fu.
🙂
Posso immaginare, saranno stupende. Un vero peccato!
Ma che piacere averti scoperto: il tuo blog è un figata! Questo post è fantastico, muffin deliziosi! un abbraccio
Manuela
Ma grazie, sono contenta che sei riuscita a scovarmi!! A presto!