Le estenuanti trattative infantili per avere un cane, abilmente condotte da me al ritmo di urla e pianti isterici, si conclusero brillantemente intorno agli 8/10 anni.
Dopo anni di guerra fredda, ripicche e minacce per fare mio un fiero e possente amico dell’uomo, il tutto ebbe a concludersi un’assolata domenica mattina, ad una fiera di paese che mi vide abbandonare il dedalo di attraenti bancarelle con un bottino niente male: un bastoncino di zucchero filato rosa, una mela caramellata al mou e una busta di plastica trasparente, sapientemente bucata per creare un casereccio condotto dell’aria, contenente un pulcino. Si, un pulcino.
Al posto di un elegante levriero afgano, mi ritrovai tra le mani un pigolante bipede giallo.
Dovevo capirlo già allora che gli affari non sarebbero mai stati il mio forte.
Ma alla fine, a 8 anni, qualsiasi cosa si muova e ti segua spontaneamente sulle sue zampette traballanti senza dovergli infilare delle batterie nelle parti intime, è già un enorme traguardo.
Così divenni la fiera padroncina di Ciccio il pulcino.
Ciccio ed io eravamo inseparabili, mi seguiva dovunque, anche in bagno. E insieme ci esibivamo in rocambolesche coreografie: la sua preferita era lo stare in perfetto equilibrio sulla mia testa (come testimonia questa rara, quanto preziosa documentazione fotografica).
Saremmo stati un grande duo circense o almeno perfetti per gli angoli delle strade. Un po’ come faceva Remi con cani, scimmia, organetto e nonno finto.
Ma come ogni coppia dello spettacolo che si rispetti, vedi la sorte degli 883 con Max Pezzali e quello che gli ballava intorno, anche la nostra era destinata all’estinzione per una carriera da solisti.
A Ciccio stava spuntando la cresta.
Ciccio il pulcino stava diventando Ciccio il galletto, era tempo che prendesse la sua strada. Che poi era quella verso casa di una mia zia che viveva in campagna circondata da simil Ciccio.
Così una domenica lo portammo da lei e dopo uno straziante addio, proprio come era arrivato, Ciccio andò via per sempre, senza dare mai più sue notizie.
E da allora la mia infanzia non fu più la stessa. Ma la vita è così, un Ciccio va e un Ciccio viene. Ma quanta sofferenza in mezzo…
Ora capirete che dopo una storia del genere un petto di pollo proprio non era il caso… Quindi: Dutch baby pancake! Cioè una sorta di frittatona crucco-americana da cuocere in forno, riempire come vi pare e mangiare tendenzialmente a colazione. Ma poi, chi sono io per dirvi quando mangiarla!
Accendete il forno a 200° e metteteci a scaldare una padella che non si sciolga durante la cottura… Setacciate 60gr. di farina con 5gr. di bicarbonato e aggiungete 2 uova grandi, 120ml. di latte, 1 cucchiaio di zucchero di canna, 1 pizzico di cannella in polvere, 1 pizzico di sale e 15gr. di burro sciolto e tiepido, mescolate fino a ottenere un composto senza grumi.
Prendete la padella dal forno senza ustionarvi, spennellatela con un po’ di burro, versateci il composto e infornate per 20-25 minuti o comunque fino a quando il pancake sarà dorato. Una volta pronto, vi troverete davanti una frittata gigante dai bordi alti, alti.
Ma tranquilli, appena estratta dal forno, questa meraviglia della chimica vi si sgonfierà, soprattutto se cercherete di fotografarla…
Ma voi fregatene, e servitela lo stesso con sciroppo d’acero, cioccolato spalmabile o frutta a piacere, ma anche con ingredienti salati.
Pure Ciccio se lo sarebbe mangiato ‘sto frittatone. Burlone di un Ciccio, quanto mi manchi!
Come ti e’ venuto bene il dutch baby pancake, eri troppo carina con il pulcino in testa e gli occhiali da sole, 😀 avresti potuto chiedere alla zia un altro pulcino ma posso capire, non sarebbe stato lo stesso, Ciccio era unico, 🙂 bacioni a te, bellissimo il tuo racconto, <3
Peccato il pancake si sia sgonfiato… Comunque di Ciccio ce n’è uno solo!😉
Ali ma si deve sgonfiare, li faccio anch’io, non rimane pacioccone come appena sfornato, Ciccio e nessun altro, <3 baci, 😉
Meno male! Era la prima volta che lo faceva e il crollo improvviso mi è dispiaciuto molto…
🙂 <3
Deliziosissimo il pancake! …dolcissima la tua storia con ciccio, anch’io avevo un puledro che da un giorno all’altro è andato ad abitare in una nuova casa! sigh
Be’ l’assenza di una puledro è davvero tosta da digerire…😔