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La mia storia con la zucca, la mia CIAMBELLA ZUCCA E AMARETTI

La prima volta può essere molto deludente. Ma anche la seconda, la terza, la quarta… E poi, con la zucca non smetti più e la metti dovunque, anche in una CIAMBELLA ZUCCA E AMARETTI.

La mia prima volta con la zucca avvenne intorno ai 7 anni d’età, quando una giuliva e mantovana zia Elsa pose davanti alla mia faccia perplessa, un piatto fumante di tortelli ripieni di un ortaggio arancione per me misterioso.

Un primo, pessimo, incontro. Quell’incrocio di salato misto al dolciastro non fu minimamente tollerato dal mio palato da 7enne. A quell’età i cibi o sono dolci o sono salati, le cose o sono bianche o sono nere, le mezze misure, i grigi e i compromessi erano ancora ben lontani dall’essermi familiari.

Quindi dopo il primo morso e la faccia schifata, dissi alla zia che avevo un forte e improvviso mal di pancia che mi avrebbe permesso di mangiare solo ed esclusivamente un’abbondante porzione di dessert. Purché il dolce fosse veramente e solo dolce.

Dopo quella sfortunata conoscenza, per circa 8/9 anni mi guardai bene dall’incrociare di nuovo la zucca sul mio cammino. Fino a quando, paffuta adolescente, non mi ritrovai invitata a pranzo a casa di una compagna di scuola, insieme ad altre amiche e all’uomo dei miei sogni: un adolescente acneico, che parlava solo se interrogato. In quell’occasione la zucca mi venne presentata sotto forma di zuppa con crostini. Dopo tanti anni e in quella consistenza, non l’avevo neanche riconosciuta. Vedendo che l’uomo dei miei sogni la trangugiava come fosse Nutella liquida, feci lo stesso, tappandomi il naso. Ma dentro di me giurai che una volta sposati, mai avrei permesso a quell’infimo vegetale di profanare la nostra tavola nuziale.

Problema che comunque non si pose perché il mio seborroico e per niente logorroico principe azzurro, di lì a pochi mesi si accoppiò con la mia amica, quella la cui madre ci aveva somministrato la zuppa.

Questo triste avvenimento non fece che allontanarmi ancora di più dalla povera zucca, rea di avermi resa per sempre zitella.

Ma la vita ti riserva sempre sorprese, e quando meno te l’aspetti i vegetali del tuo passato tornano prepotentemente nella tua esistenza, mettendoti davanti alla cruda realtà: tu quella zucca lì non l’avevi mai realmente capita.

Così, mentre credi di essere finalmente al riparo dai tristi ricordi del passato, quelli si ripresentano, un giorno, a 28 anni, in un ristorante del centro.

A causa di un’ordinazione sbagliata, mi ritrovo a tavola con i miei capi, un cliente importante e un piatto di crespelle alla zucca. E che fai non lo mangi? Dici davanti a tutti di aver sbagliato, ammettendo di non essere in grado di prendere decisioni? Racconti la tua adolescenza difficile, dimostrando così di non essere abbastanza matura? Certo che no!
E divorai tutto…

E fu colpo di fulmine! Tutto questo per dirvi, che da allora, nei mesi dedicati alla santa zucca, io praticamente non mangio altro.

Per esempio non può mai manca la mitica CIAMBELLA ZUCCA E AMARETTI.

Per prima cosa tritate a farina nel mixer 80gr. di amaretti. Poi sbucciate, pulite bene, lavate e tagliate a pezzetti 300gr. di zucca e la frullate con 100ml. di olio di semi e il succo di metà arancia.

In una ciotola mescolate 2 uova grandi con 170gr. di zucchero di canna, una volta ottenuto un composto omogeneo e spumoso, aggiungete 250gr. di farina 00 setacciata con 1 cucchiaino di cannella e 1 bustina di lievito per dolci e infine gli amaretti tritati.

Mescolate bene e poi versate il composto in uno stampo per ciambella da 24 cm imburrato e infarinato. Il mio è della SILIKOMART.

Mettete in forno caldo a 180° per circa 40 minuti (fate sempre prova stecchino).

Aggiungete dello zucchero a velo mescolato con 1 cucchiaino di cannella e spolverizzate la CIAMBELLA ZUCCA E AMARETTI.

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