La sala d’attesa di un medico può trasformarsi in un posto pieno di insidie ed esseri pericolosi. Meglio rifugiarsi in un PLUMCAKE CON FARINA DI CASTAGNE, CIOCCOLATO E FRUTTA SECCA.
La settimana scorsa, dopo interminabili minuti di tentennamenti, dubbi e perplessità decido di affrontare uno dei luoghi più difficili e pericolosi di questa stagione invernale che sta per giungere: la sala d’aspetto del medico di famiglia.
Per una cosa veloce, solo farmi prescrivere delle analisi di routine.
Ma stiamo parlando di uno studio medico, non di un posto “normale”.
Perché, quello che dovrebbe essere, nell’immaginario collettivo, un porto sicuro, un luogo dove trovare calore e conforto, un spazio di incontro e soluzione, è invece il posto più pericoloso al mondo.
Come prima cosa, le sale di attesa hanno un microclima tutto loro.
D’estate l’aria condizionata a palla, incurante dei malati che frequentano l’ameno luogo. D’inverno riscaldamenti da orecchioni istantanei, al solo varcare la soglia (gelida).
Per cui tu, inevitabilmente, ti ammali.
Sono la residenza preferita di germi e batteri.
Ovviamente tutti quelli che sostano nella sala d’aspetto sono malati. E se non hanno malattie infettive tropicali, hanno comunque raffreddore, tosse e febbre latente che non va via. E se tu sei l’unico sano, entrato lì dentro per conto di un amico malato, stai certo che, inevitabilmente, ti ammali.
Hanno una popolazione per nulla varia, ma molto eventuale.
La sala d’aspetto del medico di base è popolata quasi esclusivamente da arzilli vecchietti, solo all’apparenza innocui.
In realtà dei kamikaze, disposti a tutto per avere la precedenza di visita, capaci di avvelenarti con dell’arsenico (mentre ti parlano di vecchi merletti) se provi a dire la tua sull’ordine dei numeri d’entrata, in grado di mentire ed ingannare pur di non ammettere che sono arrivati 40 minuti dopo di te. E dopo averti chiesto 20 volte il tuo numero d’attesa, entrano, senza pudore, prima.
Perché tu sei giovane e loro devono urgentemente misurarsi la pressione.
Per la decima volta in quella stessa settimana…
Fatto sta che dopo aver atteso 1 ora e 37 minuti il tuo turno e dopo aver scambiato il tuo numero con una signora che doveva “solo” chiedere una cosa al medico, un vecchietto che doveva “solo” ritirare le analisi, una 70 enne in tuta, scarpe da ginnastica e orecchini gioiello che doveva “solo” cambiare un farmaco, ti rendi conto che la cosa migliore è andartene e tornare qui fra circa 30 anni.
Sperando che finalmente, in un modo o nell’altro, tocchi a te!
Nell’attesa non resta che farsi, e mangiarsi, un bel PLUMCAKE CON FARINA DI CASTAGNE, CIOCCOLATO E FRUTTA SECCA.
Se volete fare la stessa cosa, eccovi la ricetta:
Lavorate 1 uovo grande con 80gr. di zucchero di canna fino ad ottenere un composto spumoso. Versate 40gr. di latte e 70gr. di olio di semi e mescolate.
Aggiungete 60gr. di farina 00 e 90gr. di farina di castagne, setacciate con 10gr. di lievito per dolci, 1 pizzico di cannella e di noce moscata. Amalgamate e poi aggiungete 70gr. di gocce di cioccolato fondente (tenetele sempre in frigorifero e prima di aggiungerle all’impasto, infarinatele bene, così che non cadano nel fondo in cottura) e 30gr. di frutta secca tritata grossolanamente (io ho fatto un mix di mandorle, nocciole e noci).
Lavorate velocemente l’impasto e poi versatelo in uno stampo da plumcake (piccolo e basso) imburrato e infarinato. Cuocete in forno caldo a 180° per circa 20 minuti (fate sempre prova stecchino).
Una volta cotto e raffreddato, sformate e decorate con zucchero a velo il vostro confortevole PLUMCAKE CON FARINA DI CASTAGNE, CIOCCOLATO E FRUTTA SECCA.
Quanto hai ragione!😔