Tu chiamala se vuoi ironia, io preferisco chiamarla TORTA AL CIOCCOLATO CON VINO E PERCOCHE (che poi sarebbero le pesche…).
Da una breve e veloce statistica realizzata tra quelle 4 amiche ancora (o di nuovo…) in cerca del Principe azzurro, emerge una costante (anzi 2) tra le frasi che i maschi tendono a pronunciare, siano essi possibili spasimanti, fidanzati mancati o solo amici di sempre:
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in una donna mi piace soprattutto il senso dell’umorismo
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la mia dote principale è l’ironia.
Ora, se la 1° affermazione fosse vera, molte di noi, da anni, avrebbero dovuto posizionare un elimina code vicino al campanello di casa per gestire, con discrezione e disciplina, il traffico di questi sensibili amatori dell’innata comicità femminile.
Se la 2° fosse minimamente realistica, saremmo circondate da fini umoristi in grado di sorridere ed ironizzare sulle difficoltà di trovare parcheggio alle 21 di sabato in centro, sulla tettonica a zolle, sui cicli mestruali…
Invece nessuna delle due cose può essere presa come valida, ma non perché mentano.
Loro, i maschi, sono davvero convinti di essere fan agguerriti di battute dal sarcasmo fulminante, purchè rigorosamente spalmate su una quarta di reggiseno, due metri di gambe, un lato B scolpito nel granito del Monte Rushmore, tra le facce esultanti dei presidenti.
E se poi quelle da loro tanto amate battute si può, magari, evitare di pronunciarle in pubblico, è meglio. Del resto, quelli dotati di senso dell’umorismo sono loro, noi al massimo possiamo fare da assist, da spalla, da valletta che porta la battuta in una busta. Perché il nostro umorismo sarà pure apprezzabile, ma non ne è richiesta la pratica.
La brutale realtà è che nella donna, la cosa che più spaventa non è quella settimana al mese durante la quale, agli occhi maschili, ci trasformiamo in Poltergeist, non è la capacità di rendere ogni spazio della casa una scarpiera, anche il loro posto letto, non è il bisogno spasmodico di inutili tenerezze prima, durante e dopo, non è la richiesta pressante di un anello di fidanzamento e poi di un matrimonio e poi di un figlio e poi di una casa più grande e quindi di più scarpiere.
È il senso dell’umorismo.
Perché ironia vuol dire acume, intelligenza, sensibilità agli accadimenti tutti, prontezza di spirito e anche un po’ di riflessi.
Quando il maschio si imbatte nella vera ironia femminile, capisce una cosa sconvolgente: se quello è il senso dell’umorismo, io allora non lo possiedo. Anatema!
Quindi che si fa? Stiamo zitte e ridiamo a crepapelle a battute becere e senza un filo di sarcasmo?
Non ci resta che berci su. Anzi, mangiarci su. Anzi… TORTA AL CIOCCOLATO CON VINO E PERCOCHE!
Nel microonde o a bagnomaria, fate sciogliere 100gr. di burro con 100gr. di cioccolato fondente.
Sbattete con le fruste 3 uova con 100gr. di zucchero muscovado, unite i due composti e aggiungere 1 bicchiere di vino rosso caldo (riscaldatelo per pochi minuti in un pentolino) e mescolate.
Stacciate 170gr. di farina 00 con 20gr. di cacao in polvere amaro e 2 cucchiaini di lievito per dolci e amalgamatela al resto.
Versate l’impasto in una pirofila da 24cm imburrata e infarinata o con carta forno, disponete sulla torta le percoche (pesche sciroppate o ancora meglio quelle di stagione) intere o a fettine, senza affondarle.
Mettete in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti (fate sempre la prova stecchino). Una volta cotta la torta, ricopritela con zucchero a velo.
Per rimanere in tema, d’estate offrite la TORTA AL CIOCCOLATO CON VINO E PERCOCHE accompagnata dalla Sangria napoletana.
Manca il cioccolato per farla, ma
il tuo bradipo l’ha già mangiata con gli occhi e la mente, una golosissima goduria 😂😋😊
Bacione
Sid
Il mio bradipo ne capisce sempre un sacco!!😂😘
😊🤗
Bella e buona, come te, baci tesoro, <3
😘😘😘
<3
:*
Wow!!! Bella ricettina!